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Mezze Maniche rigate IGP Pastificio dei Campi  "Pasta di Gragnano" 250g

Mezze Maniche rigate IGP Pastificio dei Campi "Pasta di Gragnano" 250g

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  • Trafilata al bronzo, per una pasta dal sapore intenso e dalla tenuta in cottura perfetta
  • Ideale per qualsiasi tipo di condimento
  • Tempo di cottura: 13 minuti

Formato Versatile: Le Mezze Maniche Rigate si distinguono per la loro versatilità, perfette per accogliere qualsiasi tipo di condimento. Sia che tu preferisca un sugo robusto o una salsa leggera, queste mezze maniche sapranno esaltare ogni sapore.

Origine Autentica: Prodotte nel rispettato territorio di Gragnano, queste mezze maniche sono garantite dal marchio IGP, simbolo di eccellenza e qualità. Ogni boccone ti porterà direttamente nel cuore della tradizione pastaia italiana.

Amate in Tutta Italia: Le Mezze Maniche Rigate sono particolarmente apprezzate nelle regioni centrali e settentrionali d'Italia, con Roma che ne è un'iconica patria. Unisciti alla lunga lista di appassionati di pasta che non possono resistere al fascino di questo formato classico.

PEZZATURA: 250 grammi

Altre info

PEZZATURA: 250 grammi

NOTE SPECIFICHE: Pasta di semola di grano duro.

PROVENIENZA: Campania.

INGREDIENTI: Semola di grano duro, acqua.

ADDITIVI E CONSERVANTI: Nessuno.

MODALITA' DI CONSERVAZIONE: Luogo fresco e asciutto.

PRODUTTORE: Pastificio dei Campi SPA - Gragnano NA.

Valori nutrizionali per 100gr: Energia 1502 KJ / 354 Kcal Grassi 1.3 g di cui saturi 0.3g, Carboidrati 70 Di cui zuccheri 3.3 g Proteine 14 mg, fibre 3.3g, sale <0.01g.

Tradizione di Gragnano

Nel 2004 Giuseppe Di Martino, pastaio da tre generazioni a Gragnano, si rese conto che la rintracciabilità della materia prima utilizzata per produrre la pasta italiana era approssimativa, interrompendosi ad un determinato punto della filiera e non permettendo né al consumatore finale né spesso allo stesso pastaio, di capire da dove provenisse il suo ingrediente principale: la semola di grano duro. Allora comprese che la rintracciabilità della materia prima fosse un valore imprescindibile di un prodotto alimentare ed iniziò il suo progetto che poi lo porterà alla fondazione del Pastificio dei Campi. Per prima cosa scelse una zona di produzione storicamente vocata alla coltivazione del grano duro: la Puglia, in particolare le zone del Tavoliere e del sub appennino Dauno. Lì provò a coinvolgere i contadini locali, chiedendo loro di produrre un grano. Le intenzioni c’erano tutte, ma lo scetticismo dei contadini si fece sentire immediatamente: era assai difficile garantire un raccolto con quei livelli qualitativi, senza l’utilizzo della chimica, soprattutto se si voleva mantenere una resa elevata. La soluzione era semplice: rinunciare all’alta resa, prevedere una rotazione per evitare l’impoverimento del terreno dovuto alla monocoltura e pagare i contadini ogni anno, anche quando non fosse previsto il raccolto di grano. Fu così che, ritornando all’ antica tecnica della rotazione triennale, si fece contemporaneamente un enorme salto verso il rivoluzionario concetto della tracciabilità al 100% su tutta la filiera.